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Zenith torna alle radici della propria tradizione
30 Marzo 2021

Zenith torna alle radici della propria tradizione


Gli anni Sessanta sono stati un periodo d’oro per l’orologeria, svizzera e non, sotto il profilo delle innovazioni tecniche, delle scelte di design, della nascita di modelli che avrebbero segnato per sempre la storia dell’industria delle lancette. Un decennio di sperimentazione e coraggio prima dello tsunami del quarzo, nel quale marchi come Zenith posero le basi per resistere a quell’onda d’urto per rinascere più forti.



In volo sull’Atlantico


Sul finire del decennio, infatti, Zenith presentò un orologio che portava in sé tutto quanto aveva caratterizzato quegli anni - innovazioni tecniche e design - e che, proprio per questo, divenne un successo. Parliamo dell’A385, un cronografo in acciaio con cassa tonneau e quadrante sfumato marrone, il primo quadrante fumé realizzato nell’industria orologiera.



Oltre che per l’estetica riconoscibile, l’orologio divenne celebre anche per aver attraversato l’Oceano Atlantico fissato all’apparecchiatura di atterraggio di un Boeing 707 dell’Air France, durante un volo da Parigi a New York nel 1970. Una prova per verificare la resistenza del calibro alle variazioni drastiche di temperatura, alla forza dei venti e alle variazioni della pressione atmosferica.


Il fatto che, all’atterraggio, l’orologio funzionasse ancora perfettamente fu per molti la conferma della supremazia degli orologi meccanici sul quarzo (nettamente più sensibile alle variazioni termiche), che allora stava cominciando la sua cavalcata travolgente. Per Zenith, invece, fu uno straordinario argomento di vendita che, insieme alle prestazioni, fece la fortuna di quel cronografo.



Zenith (ri)scrive la propria storia


Cronografo che Zenith, a poco più di cinquant’anni di distanza, ripropone nel 2021 in una versione fedelissima a quella originale, con il Chronomaster Revival A385. Come ricorda il marchio svizzero, l’orologio non è solo una riproduzione vintage in chiave moderna di un pezzo del passato, ma è frutto di quello che Zenith chiama un processo di “ingegneria inversa”.


I maestri orologiai e i tecnici della Maison lo hanno creato riprendendo i progetti di produzione e le cianografie grafiche originali del cronografo del 1969. Sulla base di questi, hanno ricreato in modo fedele ciascun elemento della cassa di forma tonneau in acciaio da 37 mm del primo A385, inclusi i pulsanti a pompa.



Due sole sono le concessioni alla modernità: il vetro zaffiro bombato al posto del vetro acrilico d’epoca e il fondello a vista, anziché quello serrato in acciaio. Nel caso del fondello, la scelta è del tutto estetica: lo zaffiro serve a consentire la visione del movimento cronografo El Primero 400 da 36mila alternanze/ora (che significa precisione estrema dovuta all’alta frequenza delle oscillazioni del bilanciere) e 50 ore di riserva di carica. Per inciso, l’orologio del 1969 montava anch’esso un movimento ad alta frequenza, il 3019 PHC.



Quei fantastici anni Sessanta


Esteticamente, lo Zenith Chronomaster Revival A385 riprende lo stesso quadrante marrone fumè del suo predecessore, più chiaro al centro e più scuro man mano che si avvicina alla lunetta. I contatori dei piccoli secondi a ore 9, delle 12 ore a ore 6 e dei 30 minuti a ore 3 sono bianchi come nell’originale, così come a quell’orologio si rifà la scala tachimetrica interna al quadrante.


L’altro punto di forza di questa riproposizione moderna è il bracciale. Anch’esso, negli anni Sessanta, era occasione per sperimentare nuove soluzioni di design, come fece a più riprese l’azienda svizzera Gay Frères, che per tutto il XX secolo fu la principale fornitrice di bracciali per l’intera industria orologiera svizzera.


Nello specifico, molti orologi sportivi di Zenith (tra cui l’A385) si abbinarono a un bracciale in acciaio cosiddetto “a scala”, per via della particolare fila centrale che presentava maglie alternate a vuoti. Ebbene, lo stesso identico bracciale torna sul Chronomaster Revival A385, a sottolinearne il legame con il passato.



L’orologio è disponibile anche con un cinturino in pelle di vitello marrone chiaro con lato interno in caucciù, che ben si abbina al colore del quadrante e che tradisce anch’esso una certa discendenza anni ’60. Resta il fatto che la versione braccialata è di maggior fascino, come dimostra anche il grande interesse collezionistico delle versioni vintage con bracciali a scala Gay Frères.



Il programma Zenith Icons


A testimonianza del fatto che per Zenith la riscoperta e la cura del proprio patrimonio orologiero non sono solo una strategia di marketing ma un impegno concreto, la Maison ha avviato lo scorso anno il programma Zenith Icons. Esso offre la possibilità di acquisire una selezione curata di orologi vintage della Maison altamente ricercati, selezionati, restaurati, certificati dalla Manifattura e venduti esclusivamente nelle sue boutique.


I dettagli relativi alla provenienza di ogni orologio sono ricercati e documentati dall’Heritage Department della Manifattura grazie a un archivio che custodisce la produzione completa di Zenith fin dalla fondazione, nel 1865, e a un ampio inventario dei componenti di ricambio. In questo modo, gli orologi vintage Zenith Icons possono essere restaurati nello stesso posto in cui sono stati fabbricati, utilizzando componenti originali.


Chissà che tra cinquant’anni Chronomaster Revival A385 non diventi anch’esso una Zenith Icon…



Davide Passoni


Inspiration

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